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jem

jem e le holograms sul grande schermo!

Chi non se le ricorda? La cotonatissima girl band dei cartoni anni 80 adesso arriva sui grandi schermi per la gioia dei nostalgici, interpretato da attrici americane giovanissime (e a me sconosciute). Sono sempre scettica quando fanno le trasposizioni cinematografiche dei cartoni animati, ma la curiosità è comunque tanta. In attesa di questo “memorabile” evento vi faccio fare un tuffo nel passato con la sigla che è entrata nella storia!

 

Che sia lo stesso regista di "Chocolat" è intuibile già dalle prime scene,  Lasse Hallström ritorna al cinema con un delizioso film culinario, mescolando abilmente la commedia romantica ai segreti della cucina indiana. Tratto dal romanzo "Madame Mallory e il piccolo chef indiano" di Richard Morais, "Amore cucina e curry" è una pellicola frizzante e golosa, alla fine, infatti, se ami il genere, ti viene una gran voglia di curry e di spezie. Chef Mallory (Helen Mirren) una raffinata proprietaria di un ristorante francese con una stella Michelin si vede interrompere la sua altolocata quotidianità dall'arrivo di una famiglia indiana che apre un ristorante etnico esattamente di fronte alla sua attività. Il giovane figlio del gestore, Hassan (Manish Dayal) si rivela essere un ottimo cuoco che, attraverso la magia che attornia il cibo (di qualsiasi tipo ed etnia) e l'attrazione che prova per i sapori (e per la giovane Marguerite) , avvicinerà le due cucine, mescolando quella della sua terra d'origine a quella chic francese delle stelle Michelin. Una di quelle poche commedie veramente carine, una rarità ormai al cinema, leggera, simpatica e ben fatta. Se non l'avete visto ve lo consiglio. Vi dico solo che il giorno dopo ho prenotato una cena in un ristorante indiano ;)

AMORE, CUCINA E CURRY - UN FILM GOLSAMENTE SPEZIATO

curry

Da brava fan di Jane Austen ovviamente non potevo perdermi un film a tema! "Alla ricerca di Jane" (titolo inglese "Austenland") è una simpatica commedia che racconta l'avventura di Jane, una giovane statunitense sfortunata in amore con un'ossessione inquietante per il mondo di Jane Austen e per Mr Darcy. Stufa della sua vita decide come miglior cura di spendere i propri risparmi in una vacanza in stile regency in Inghilterra. Assieme a un'eccentrica ed esuberante donna dalle voglie sfrenate incontrata all'aeroporto , inizia il proprio soggiorno presso una ricca residenza ottocentesca, vestita in abiti stile impero, circondata da avvenenti domestici e perfetti attori che impersonano i nobili dell'epoca. La magia iniziale svanisce presto per Jane quando scopre il lato superficiale e noioso di quel mondo antiquato e anacrostico. Per fortuna familiarizza con Martin lo stalliere che sembra, come lei, un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutti quei pizzi e moine. L'affinità tra i due cresce e Jane prende in considerazione di fuggire da quel posto, creato al solo scopo di gettare le "disperate" ospiti tra le braccia di finti gentiluomini e brutte copie di personaggi letterari. Inizia a capire che la realtà e la fantasia devono rimanere due cose separate. Viene però assalita dai dubbi nel momento in cui comincia a conoscesre meglio uno degli attori, Nobley, un perfetto Mr Darcy (con l'aspetto di Mr. Bingley), che sembra fin troppo reale per essere un'imitazione...
La commedia, essendo tale, è ovviamente leggera e se da un lato osanna il mondo austeniano e i suoi personaggi, dall'altro mostra come a volte voler "entrare" nel romanzi e cercare di vivere le storie delle eroine letterarie faccia perdere il contatto con la realtà. Non faccio spoiler sul finale, ma devo dire che nonostante tutto è proprio in stile Jane Austen. :) Ricorda a tratti la serie della BBC "Lost in Austen" (se non l'avete ancora fatto, guardatela), con la differenza che la protagonista, in questa storia, preferisce la realtà, lasciando la fantasia tra le pagine di un libro.

NEL MONDO DI JANE AUSTEN - AUSTENLAND

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La critica cinamtografica (senza offesa) spesso tende a nascondere alcuni buoni film per far prevalere quelli da “box office”. La pellicola francese che vado a presentaresecondo me è uno di questi, per me è stata una piacevole scoperta (ovviamente non è stato quasi per nulla pubblicizzato) e mi ha fatto uscire dal cinema con un sorriso. Ancora per poco nelle sale, mi sa, “Non sposate le mie figlie” (titolo italiano come sempre anonimo di “Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu?”) diretto da Philippe de Chauveron è una frizzante commedia che ha largamente conquistato il pubblico francese. Racconta le vicende della famiglia Verneuil, borghese e conservatrice, alle prese con i matrimoni multietnici di tre delle quattro figlie, che hanno sposato rispettivamente un musulmano, un ebreo e un cinese, tutti e tre però francesissimi. Dopo iniziali scontri, battibecchi e insinuazioni di carattere razziale e religioso su tutti i membri della famiglia, le cose finalmente si risolvono, appianando i dissapori e lasciando spazio ai sentimenti e al senso di famiglia, che va oltre i pregiudizi e le religioni. Il sogno dei coniugi Verneuil di avere un genero cattolico, però, è ancora vivo e si riversa sull’ultimogenita, che infatti annuncia il suo fidanzamento con Charles, per la gioia dei suoi genitori. Pur essendo cattolico, la ragazza omette di dire che viene dalla Costa D’Avorio, creando nuovi dissapori. Si susseguono così varie gag sul contrasto etnico e culturale, di cui Claude Verneuil e il futuro consuocero André Koffi si rendono protagonisti.
Il film è divertente, costruito con battute intelligenti e per niente demenziali e, oltre a essere spassoso, trovo sia anche un manifesto perfetto contro il razzismo e il pregiudizio. La Francia, com’è ben noto, da sempre è stata una nazione aperta e liberale e al giorno d’oggi milioni dei suoi abitanti sono di origine straniera, figli/nipoti/bisnipoti di immigrati, integrati perfettamente e francesi a tutti gli effetti. In un’Italia ancora chiusa e provinciale, piena di preconcetti e con la paura dello straniero, dove l’integrazione è ancora un lontano miraggio, questo film potrebbe servire a rendere coscienti molti italiani. Purtroppo se non cambia la consapevolezza di ognuno sarà difficile cambiare visione del mondo che sia essa etica, culturale, religiosa, sessuale.
E allora…Liberté, Egalité, Fraternité!

UNA COMMEDIA FRANCESE CONTRO IL RAZZISMO

razzismo
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