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RECENSIONE - IL PARADISO DEGLI ORCHI

Erano anni che mi promettevo di leggerlo ed infine ce l'ho fatta! Non che si sia trattato di un'impresa epica, visto il numero di pagine, ma era uno di quei libri che mi osservava dalla libreria da tempo e finalmente è stato scelto! :) Con "Il Paradiso degli orchi" Daniel Pennac dà inizio alla saga dei Malaussène (i cui libri verrano letti a breve dalla sottoscritta). Protagonista e voce narrante è Benjamin Malaussène, un ragazzo di circa trent'anni che nel ruolo di fratello maggiore fa da capofamiglia alle sue sorellastre e fratellastri più piccoli: Louna, un'infermiera incinta piena di dubbi sul proprio futuro; Clara, la sorella prediletta, una fotografa nata con l'ossessione per gli orrori del quartiere di Belleville; Thérese, una chiaroveggente che studia per diventare una segretaria e dattilografa; Jeremy, una piccola peste dalla lingua lungua e l'instinto da bombarolo e infine Il Piccolo, un buffo e timido bambino con i grandi occhiali che disegna mostri e Orchi di Natale. Ben di lavoro fa il Capro Espiatorio, un mestiere ufficialmente inesistente, ma in realtà molto comune. Assunto dal Grande Magazzino di Parigi come addetto al controllo tecnico (il suo compito in verità consiste nel farsi ricoprire di insulti dai clienti nell'ufficio reclami) verrà coinvolto a sua insaputa in un caso di esplosioni di ordigni all'interno del luogo di lavoro. La sua natura da Capro Espiatorio lo porta a essere il sospettato numero uno, ma con l'aiuto della sua famiglia, di "zia Julia" (la sua nuova fiamma) e dell'amico/collega Theo, riuscirà a far luce su questo inquietante mistero. Scritto in maniera incalzante e con un'ironia pungente, Pennac riesce a unire una famiglia tanto bizzarra quanto inusuale a un giallo quasi irrisolvibile. Avevo già letto "Come un romanzo" dello stesso autore e il suo decalogo è diventata una sorta di bibbia per me. Continuerò naturalmente con "La fata carabina", anche perchè Pennac sta già risalendo (e anche velocemente) la mia classifica degli scrittori preferiti ;)


"Gli orari della vita dovrebbero prevedere un momento, un momento preciso della giornata, in cui ci si potrebbe impietosire sulla propria sorte. Un momento specifico. Un momento che non sia occupato né dal lavoro, né dal mangiare, né dalla digestione, un momento perfettamente libero, una spiaggia deserta in cui si potrebbe starsene tranquilli a misurare l'ampiezza del disastro."



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